Macerata, “Che genere di democrazia”: una due giorni agli Antichi Forni

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Si parlerà di “genere” delle professioni

MACERATA –  “Che genere di democrazia” è il titolo della due giorni organizzata dal Centro Italiano Femminile San Giuliano in collaborazione con l’assessorato alle Pari opportunità del Comune nell’ambito della Giornata della donna 2019. Il tema della democrazia applicato al “genere” proposto dal Cif, infatti, è stato accolto dall’assessore Federica Curzi con la volontà di approfondire una delle discriminazioni  che allontanano la nostra società dall’eguaglianza e la parità tra i generi.
L’appuntamento è per sabato e domenica prossimi (16 e 17 marzo), alle ore 17, alla Galleria degli Antichi forni.

Sabato (16 marzo) è previsto il taglio del nastro alla mostra curata da Paola Ballesi Attorno alla scuola della stazione. In esposizione le opere di Silvio Craia, Federica Amichetti, Carlo Ballesi, Egidio del Bianco, Paolo Gobbi, Carlo Iacomucci, Teresa Marasca, William Medori, Gianfranco Morini, Shura Oyarce Yuzzeli. Il gruppo La scuola della stazione, che prende il nome dallo studio del maestro Silvio Craia situato nelle vicinanze della stazione ferroviaria di Macerata, è un sodalizio artistico nato nel 2013 nell’intento di favorire un confronto sull’arte. Le opere saranno esposte fino al 25 marzo. Sono frutto di una profonda ricerca e rappresentano diversi stili artistici che “dialogano” tra loro.

Domenica (17 marzo) al via il convegno su Evoluzione di genere nelle professioni. Introduce e coordina Alessandra Fermani, docente di psicologia sociale dell’Università di Macerata. Dopo i saluti delle autorità, l’intervento di Federica Curzi, assessore comunale con delega alle Pari opportunità che affronterà, sia in analisi che in proposte, la situazione del Paygap in Italia, con esempi concreti e variegati presi dalla nostra realtà locale. Si soffermerà poi sulle buone prassi a livello europeo, raccontando sia storie di movimenti di denuncia e lotta alla disparità, sia i buon esiti che hanno avuto in alcuni Paesi in cui la protesta dal basso ha condotto a quadri normativi di garanzia.
A seguire le testimonianze.