“Tramando – Tremando. L’abito come metafora”, un evento al Museo della tessitura per superare il terremoto

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Da sinistra Massimo Costantini, Paolo Trillini, Maria Giovanna Varagona, Stefania Monteverde e Fabiola Scagnetti
Da sinistra Massimo Costantini, Paolo Trillini, Maria Giovanna Varagona, Stefania Monteverde e Fabiola Scagnetti

MACERATA – Presentato nella sala Castiglioni della Biblioteca comunale Mozzi Borgetti, Tramando – Tremando. L’abito come metafora, l’evento in calendario per il prossimo 25 marzo, organizzato dall’Associazione per l’artigianato artistico Arti e Mestieri  e il Museo della Tessitura di Macerata e patrocinato dal Comune di Macerata.

Trame professionali, casuali e di bellezza si intrecciano a determinare l’incontro di Patrizia Ginesi  e  Maria Giovanna Varagona con Paolo Trillini, eclettico artista ricco di esperienze importanti nel mondo dell’alta moda, con cui già nel 1988 le due storiche tessitrici del Laboratorio la Tela di Macerata avevano felicemente collaborato per la realizzazione di esclusivi capi in rafia tessuti ad arte che calcarono a Parigi la passerella di Mila Schon per l’estate 1999. Oggi, nell’unire le rispettive esperienze acquisite, danno vita ad un progetto comune che nasce dall’idea di superare, attraverso la creazione, lo stato emotivo di ansia e di shock per la distruzione del territorio causata dalle infinite scosse di terremoto forgiando un atelier di bellezza e su misura. creare

“Un’intuizione bellissima – ha detto il vice sindaco e assessore alla Cultura, Stefania Monteverde – per ricostruire, che fa rinascere i tessuti  e ci fa riflettere con stile e con un linguaggio diverso su quello che abbiamo vissuto, un’arte nuova messa a punto da un pezzo importante del nostro sistema museale”.

Ogni cosa che accade, è stato detto, si lega inevitabilmente a un proprio sentire che molto spesso è comune alle emozioni e alle reazioni di coloro che ci vivono accanto, così ciascuno di noi ha  potuto sperimentare quanto le ferite causate dai recenti eventi, abbiano comportato smarrimento, lacerazioni e disgregazioni tali da frammentare intere comunità e famiglie. Ma esiste un equilibrio nell’universo che tende a bilanciare ogni cosa, e l’impulso irresistibile alla rinascita, alla solidarietà, alla ricostruzione ne è l’effetto salvifico che ridona speranza e gioia.

“Nasce da questa ispirazione una piccola capsule collection,  16 outfit,  – ha detto Trilliniuna collezione di abiti che  rappresenta  una storia per raccontare la distruzione del quotidiano e sublimare la sofferenza attraverso la costruzione di nuova bellezza, usando il riciclo come ottica contro lo spreco.  Un breve ma profondo viaggio che abbraccia, come è stato sottolineato, anche un altro tema che scuote quotidianamente le nostre coscienze: la violenza sulle donne”.

L’obiettivo del racconto, infatti, passando attraverso la poetica degli abiti presentati, è l’allegoria del presente con una visione luminosa e gioiosa di un futuro possibile.

Un futuro possibile del quale ha parlato anche la dirigente scolastica dell’Istituto comprensivo Simone De Magistris di Caldarola, Fabiola Scagnetti, raccontando l’esperienza vissuta con i suoi studenti che hanno vissuto la totale inagibilità di tre scuole del luogo accolte in maniera esemplare  da altri otto istituti limitrofi  “Lo strappo – ha detto riferendosi al terremoto –  ha costretto a costruire un tessuto nuovo su cui nutro  fiducia”.

All’evento, in programma il 25 marzo nella sede del Museo della Tela, in vicolo Vecchio, 6, appena fuori Porta san Giuliano, con inizio alle 16.30 – che vede anche la condivisione dell’Università di Macerata e Crea Hub – parteciperanno anche Massimo Costantini, presidente dell’Associazione Arti e Mestieri, e Autorità Istituzionali, Fabiola Scagnetti, Antonia Siega, che farà alcune letture, e Maria Cristina Leanza per  l’Alchimia dei fiori di Bach. Info: museo@latela.net, tel. 3284651371 o 0733232527.