In scena a Macerata “Ladro di razza”, teatro di qualità per ricordare il valore della dignità delle persone

84

MACERATA – Dopo una lunga tournée torna a Macerata lo spettacolo Ladro di razza per la regia di Sante Latini che ne è anche il protagonista, una magistrale interpretazione al fianco di Margherita Caciorgna e Alessandro Bruni, direzione di scena di Cecilia Pasquali, con il patrocinio dell’assessorato alla Cultura del Comune di Macerata e dell’Università di Macerata.

Sabato 10 marzo, alle 21, al Teatro Don Bosco ritorna lo spettacolo de La Bottega de le Ombre dopo aver raccolto tanti premi, presentato oggi in conferenza stampa dall’assessore alla Cultura Stefania Monteverde, Sante Latini, Alessadro Bruni e Cecilia Pasquali della compagnia La Bottega de le Ombre, Annalisa Cegna direttrice dell’Isrec, Clara Ferranti docente Unimc e Quinto Romagnoli della Uilt.

‘Ladro di razza’ è stato vincitore del Festival Uilt Marche 2016, finalista al Festival Uilt 2016 di Velletri, vincitore del Premio per la miglior regia alla XI Rassegna Nazionale Città Fabrica di Roma 2017, riconoscimenti agli attori protagonisti e non al Festival nazionale “La Guglia d’Oro” di Agugliano 2017 e vincitore della 9^ edizione del Festival Nazionale Città di Montecarlo 2017.

‘Ladro di razza’ è una storia importante, ironica e seria allo stesso tempo, ambientata nel 1943 durante il rastrellamento degli ebrei nel ghetto di Roma da parte dei nazifascisti, una storia di riscatto della dignità. Una storia da non dimenticare a ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali nel 1935 da parte del regime fascista che hanno discriminato gli italiani di religione ebraica e gli abitanti delle colonie occupate dal regime.

“Attraverso il teatro di qualità ricordiamo il valore della dignità delle persone che nella storia spesso viene calpestata – ha affermato l‘assessore alla Cultura Stefania Monteverde – Uno speciale ringraziamento alla bravura di Sante Latini e della sua compagnia perché toccano le corde profonde delle nostre coscienze”.

La pièce è ambientata a Roma nell’ottobre del 1943, durante il rastrellamento degli ebrei nel ghetto da parte dei nazisti. Un piccolo uomo, opportunista e vigliacco, catapultato di colpo in un episodio storico dirompente, scoprirà in sé un inaspettato coraggio che gli consentirà un grande riscatto. Ladro di razza si ispira alla grande tradizione del cinema neorealista, indagando in chiave tragicomica uno degli accadimenti più bui e vergognosi della nostra storia.

Momenti divertenti si alternano alla commozione, regalando allo spettatore tre personaggi difficili da dimenticare: Tito, Oreste e Rachele. Sono loro i protagonisti di questa piccola, minuscola e, per certi versi, ridicola vicenda. Questi tre personaggi, “insignificanti”, diventano il tramite per raccontare un’Italia in guerra, allo stremo, ma ancora capace di sussulti d´orgoglio.

Una storia farcita di ingenuità, fame, illusioni e inganni, di risate e lacrime. Una storia collocata in una era quando le parole onore, compassione e orgoglio avevano ancora un significato. Grazia, delicatezza, realismo, poesia, leggerezza e profonda riflessione. Un acquerello dai colori tenui, pur tratteggiando uno spaccato di vita dura, drammatica. Questa è la forza, la caratteristica primaria di un grande commediografo come Gianni Clementi, non a caso uno dei più apprezzati in Europa.